Un gruppo di ricercatori italiani ha valutato il flusso del sangue nelle vene giugulari interne in un’ampia popolazione di persone con sclerosi multipla. In un’elevata percentuale di casi si sono rilevate alterazioni del flusso del sangue attraverso le vene. L’esecuzione dell’angioplastica ha corretto questi difetti solo in una minoranza di soggetti.
L’Insufficienza Venosa Cerebrospinale Cronica (in inglese: Chronic Cerebrospinal Venous Insufficiency; CCSVI) consiste in un’alterazione del flusso nelle vene che drenano il sangue dal cervello verso la colonna vertebrale, fra le quali le vene giugulari interne, correlabile a modificazioni della forma delle vene stesse. E’ stato ipotizzato un ruolo della CCSVI nello sviluppo della sclerosi multipla ed è stato proposto, per trattarla, l’impiego dell’angioplastica, una procedura interventistica usata abitualmente per correggere i restringimenti del lume delle arterie. L’angioplastica delle arterie si esegue inserendo, all’interno dei vasi, cateteri (tubicini) dotati di piccoli palloni che, gonfiati a pressione controllata, dilatano il lume dell’arteria forzando il restringimento provocato da una placca aterosclerotica. L’angioplastica delle vene è stata proposta per correggere le alterazioni del flusso nelle vene dei soggetti con sclerosi multipla nei quali esso è alterato.
La ricerca ha preso in considerazione 313 persone con sclerosi multipla e 12 con insufficienza renale in stadio avanzato. Tutti sono stati sottoposti ad esame ecografico e radiologico per misurare il flusso del sangue attraverso le vene giugulari interne. Nei casi nei quali il deflusso del sangue dal cervello attraverso queste vene era alterato è stata eseguita una angioplastica nei vasi interessati. Il deflusso in almeno una delle vene giugulari interne è risultato ritardato in maniera grave o moderata nell’89% degli individui esaminati. Nel 79% tale problema era presente in ambedue le giugulari interne e solo nel 5% il flusso in queste vene era normale. Dopo l’esecuzione dell’angioplastica, nei soggetti che presentavano alterazioni, un miglioramento in almeno una delle giugulari interne si è rilevato nel 69% dei casi, una reale normalizzazione del flusso del sangue in ambedue le vene si è ottenuto nel 37% dei casi e una grave alterazione del flusso del sangue è rimasta, dopo l’esecuzione dell’angioplastica, nel 32% dei casi.
Tommaso Sacco