La sclerosi multipla è una malattia demielinizzante ovvero un processo patologico che causa danni alla guaina mielinica, l’involucro che avvolge le fibre del sistema nervoso. Ne consegue ad esempio che lo stimolo che si genera nella corteccia cerebrale che regola i movimenti (corteccia motoria) arriverà in ritardo al midollo e ciò, sul piano sintomatico, si evidenzierà con una ridotta funzione motoria (deficit motorio), che se grave, può raggiungere la plegia (paralisi).
Studi recenti hanno dimostrato che anche la fibra nervosa (assone) può risentire dell’attacco infiammatorio e della perdita di mielina, venendo alla fine ad esserne compromesso e generando quello che viene chiamato “danno assonale”. La sclerosi multipla è caratterizzata da lesioni che si distribuiscono in varie sedi del sistema nervoso centrale e compaiono in tempi successivi, colpiscono soprattutto i tratti più mielinizzati del sistema nervoso centrale. Essa provoca diversi tipi di disturbi della trasmissione (conduzione) nel segnale e accade che ciascun paziente, in ogni momento della malattia, può essere colpito nel sistema di cellule e fibre nervose che permette il mantenimento della postura ed il movimento.
La postura è la posizione del corpo nello spazio e anche la posizione delle diverse parti del corpo (testa, busto, braccia e gambe) le une rispetto alle altre; il suo mantenimento richiede una complessa regolazione che è influenzata anche da stimoli provenienti dal sistema propriocettivo e dagli organi di senso: vista, equilibrio, ecc. Il sistema propriocettivo è quella parte del sistema nervoso che raccoglie ed integra informazioni sulla posizione del corpo nello spazio e sullo stato di contrazione dei muscoli, anche in mancanza di stimoli visivi.
In effetti, la comprensione e la descrizione dei meccanismi di sviluppo delle alterazioni della funzione del camminare (deambulazione), presenti nell’85% dei pazienti affetti da Sclerosi multipla, sono rese difficili dalla varietà delle alterazioni motorie che possono caratterizzare la malattia (atassia, spasticità, paresi etc). L’atassia consiste nell’ostacolo o impedimento ad eseguire i movimenti volontari, per una perdita della coordinazione muscolare; la spasticità comporta un aumento anomalo del tono muscolare e la paresi una riduzione del tono e della forza di contrazione dei muscoli, ambedue rendono difficili i movimenti. Nei pazienti con Sclerosi Multipla, i disturbi della deambulazione comprendono vari deficit, come per esempio quello del controllo della postura sia da fermo (condizioni statiche) che in movimento(condizioni dinamiche), quello dei movimenti riflessi, ad esempio provocati da perdite dell’equilibrio o da spinte o movimenti della base d’appoggio. Accanto ad essi c’è da considerare anche un altro aspetto dell’alterata deambulazione, legato ad un disturbo dipendente in una certa misura da fattori psicologici, come per esempio la “Sindrome della paura di cadere” (in inglese “fall fear syndrome”), provocata dal timore di cadere e dal disagio di mostrarsi impacciati nella deambulazione.
Impostazioni sulla privacy
l paziente, per eseguire i movimenti, si trova a dover adottare strategie più complesse e faticose del normale o addirittura ad avere problemi a mantenere la postura, sia da fermo che in movimento. Durante il mantenimento della stazione eretta, normalmente il sistema nervoso deve controllare la posizione reciproca delle parti del corpo e l’equilibrio del baricentro corporeo, che nell’insieme costituiscono il cosiddetto controllo posturale.
Nei pazienti con Sclerosi multipla, i danni ai sistemi di controllo della postura richiedono continue “correzioni”, necessarie per mantenere l’equilibrio ed il coordinamento delle strutture che permettono di avere la stazione eretta e di muoversi. Sostanzialmente i limiti al mantenimento della stazione eretta sono numerosi e sono più frequentemente riconducibili a fattori meccanici, come ad esempio la mobilità articolare ridotta e le forze muscolari carenti. I riflessi, che permettono di mantenere l’equilibrio nella stazione eretta, dipendono principalmente da movimenti coordinati di caviglia e anca. La valutazione qualitativa del cammino inizia con un’osservazione diretta, per poi avvalersi di misurazioni strumentali realizzabili in ambulatori specialistici, dotati delle attrezzature necessarie. Le informazioni raccolte costituiranno la premessa alla formulazione di un protocollo terapeutico che integri farmaci, ortesi e, se necessario, interventi chirurgici.